Il sondaggio “cure palliative 2018“, commissionato dall’Ufficio federale della sanità pubblica, mostra che circa due terzi delle persone interpellate hanno riflettuto su come vorrebbero essere curate e assistite durante il periodo terminale della propria vita.
Tuttavia, solo l’8% degli intervistati ha discusso con i professionisti sanitari il tipo di cure e di trattamenti che desidera ricevere nel fine vita. E, pur conoscendo le direttive anticipate, solo il 16% ha compilato il documento di riferimento. Sono pochi coloro che hanno comunicato i propri desideri ai propri familiari.
Le cure palliative, ossia la medicina finalizzata ad alleviare le sofferenze, riveste in questo ambito un’importanza cruciale.
Nelle cure palliative, i desideri e le volontà della persona sono centrali.
Dal 1° gennaio 2013 in Svizzera è entrata in vigore la nuova normativa del Diritto di protezione degli adulti, diritto delle persone e diritto della filiazione del Codice Civile Svizzero, che prevede la possibilità di redigere le proprie direttive anticipate.
Le direttive anticipate costituiscono, per la persona, una formidabile opportunità di esplicitare i propri valori a sostegno di scelte medico-terapeutiche e al contempo, la sicurezza di essere costantemente rispettata nelle decisioni in situazione d’incapacità di discernimento. Le direttive anticipate sono vincolanti per il personale curante e rappresentano un essenziale supporto per i familiari.
In DECISIONI DA PRENDERE trovate una breve descrizione su quanto c’è da sapere per pianificare in anticipo il periodo finale della vita.